Testimonianza di Raffaele D’Arco di Scafati (Salerno)

Pace a tutti mi chiamo Raffaele D’Arco e sono di Scafati (Salerno), voglio dare testimonianza delle Meraviglie e della Grandezza della Mamma, condividendo con voi alcune delle numerose Grazie ricevute per Sua Intercessione.
La prima volta che sono partito per Mamma Lucia era la fine del 1985, partimmo con il pullman di Pompei, io la mia compagna e i due figli che il Signore ci aveva donato da custodire. In quel periodo stavo vivendo un momento molto delicato della mia vita, avevo perso da poco la mia custode, soffrivo dolori allo stomaco ed ero depresso. Avevo paura di poter aver qualche brutto male, come la mia custode che era morta proprio per questo. Avevo perso circa 10 chili, nonostante i medici interpellati, mi avessero dato cure specifiche per lo stomaco, ma io continuavo a stare male ed ero sempre più preoccupato. Arrivati dalla Mamma, ero molto emozionato, ci mettemmo in fila insieme a tutti i pellegrini presenti per aspettare il nostro momento di entrare nella Casetta delle Grazie, dinanzi al Santo Cospetto della Mamma. Arrivato il nostro momento, appena entrammo, senza che noi aprissimo bocca, la Mamma, salutandoci con immensa dolcezza e Amore infinito, si rivolse al più piccolo che aveva 6 anni, dicendo che era nato il giorno di Santa Lucia, poi rivoltasi alla prima figlia di 11 anni che aveva problemi di vista e portava gli occhiali, le disse che le avrebbe fatto togliere gli occhiali. Dopo aver salutato la mia compagna, la Mamma, rivolgendo il Suo Sguardo soave di profondo Amore su di me, con un dolcissimo sorriso, col Dito indice della Sua Santissima Mano, mi toccò lo stomaco e mi disse che non avevo niente e di togliermi dalla testa i brutti pensieri, poi continuando mi disse che la mia custode per avermi aveva dovuto aspettare 5 anni. Rimasi scioccato ed esterrefatto, infatti la mia custode aveva dovuto crescere i 3 bambini del mio custode avuti dalla prima moglie che era morta e solo dopo 5 anni ebbe la gioia della dolce attesa.
Uscimmo dalla Casetta Grazie, sconvolti e allibiti, ma stracolmi di gioia, la Mamma conosceva tutto di noi, Le appartenevamo, eravamo Suoi, ci conosceva da prima che nascessimo e lì capii che mi trovavo dinanzi alla nostra Vera Mamma e dissi tra me: “il mio piede qui si ferma”.
Da quel giorno iniziai a sentirmi subito e sempre meglio con lo stomaco, senza prendere più medicine, la prima figlia nel giro di pochissimo tempo tolse del tutto gli occhiali in quanto l’oculista interdetto, trovò la bambina del tutto guarita.
Un’altra Grazia che ho ricevuto dalla nostra dolcissima Mammina fu quando all’improvviso mi comparve sul polso del braccio sinistro un bozzo enorme, come una gigantesca ciste. Tutti di casa mi dicevano di andarmi a fare vedere da un medico, perché era veramente molto grande e poteva essere anche un qualcosa di brutto. Io che solo in Lei confido, mi opposi ed aspettavo il primo pellegrinaggio che si tenesse per parlare con la Mamma di questo problema. Arrivò il giorno della partenza e nella Casetta delle Grazie alzai la manica della camicia e la mostrai alla Mamma chiedendo cosa avrei dovuto fare. La Mamma sempre con tenera dolcezza, mi rassicurò dicendo che ci avrebbe pensato Lei. Tornai a casa sicuro della Grazia ricevuta, infatti non passò molto che un bel giorno mentre tornavo a casa da lavoro, sentii come una lama di coltello che mi tagliava sul polso dove era la grande ciste. Atterrito mi preoccupai e corsi più velocemente verso casa per potermi liberare dal giubbotto e sbottonare la camicia per scoprire il polso e controllare cosa fosse successo. Arrivato a casa, cari lettori, fratelli e sorelle di tutta l’umanità, sapete cosa vidi? niente di niente, era scomparsa quella gigantesca ciste, come se fosse stata asportata via.
Ancora un’altra volta mi accorsi mentre stavo a lavoro che mi era fuoriuscito l’ombelico sulla pancia dandomi dei fortissimi dolori. Andai urgentemente al pronto soccorso dell’ospedale e il chirurgo che mi controllò, mi disse che si trattava di ernia ombelicale e bisognava subito operare prima che potesse succedermi qualcosa di grave. Al momento mi congedai dal chirurgo e al primo pullman che partiva per la Mamma corsi da Lei. Come entrai al Suo Santo Divino Cospetto, sempre senza dare spiegazioni del mio problema e di quello che mi aveva detto il chirurgo, Le dissi solo, indicando con il dito sulla pancia: “ che devo fare qui?” e la Mamma con il Suo Ardore d’Amore mi rispose: “ci penso Io”. Uscii dalla Casetta delle Grazie sempre fiducioso che anche questa volta la Mamma come sempre mi avrebbe aiutato e stetti tutto il Santo giorno nella Pace del Signore. La Mamma dopo che finì di riceverci e di averci Allattato con la Santa Parola di Dio, ristoratoci nell’Anima e nel corpo, si ritirò. Stavamo in procinto di partire, quando la mia compagna uscendo dai bagni, fu chiamata dalla Santa Sorella che le disse sorridendo: “ ma che voleva fare Raffaele, si voleva operare?”. Tornato a casa, dopo pochi giorni, l’ernia scomparve del tutto, come se non avessi avuto mai problemi.
Ecco cari fratelli e sorelle dinanzi a chi ci troviamo, alla Mamma di tutte le mamme che tutto conosce di noi e ci soccorre in tutti i nostri bisogni dell’Anima e del corpo, corre corre incontro al Suo piccolo che inciampa e sta per cadere, sollevandolo con le Sue Immense e Celestiali Braccia e stringendolo al Suo Immacolato Cuore. Grazie Mammina di tutte le Grazie che sgorgano a fiume dalla Tua Sorgente che il Padre ha deposto nelle Tue Sante Mani.
Pace a tutti e correte alla Dimora di Dio dove c’è la Mamma che aspetta tutti i figli Suoi, un bacio a tutti i fratelli e sorelle di Casa Santa.

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