Testimonianza di Giuseppe Pitti di Milano

Pace a tutti. Sono Giuseppe Pitti di Milano.
Come i miei fratelli e le mie sorelle spirituali che mi hanno preceduto, anch’io sono qui per dare la mia testimonianza. Conosco Mamma Lucia dal lontano 1985. Da allora la mia vita è cambiata in positivo. Sono passati trent’anni e posso confermare che per quanto ho ricevuto potrei scrivere un libro. Non preoccupatevi, state tranquilli non ho intenzioni di sporgermi cosi lontano soprattutto per mancanza di capacità, no per volontà. E poi sono del parere che per aprire i cuori vale il detto: da buon intenditore poche parole.
Prima della mia testimonianza che state leggendo, magari avete già letto le pubblicazioni dei miei fratelli e sorelle. Senz’altro avete notato che tutte le testimonianze hanno in comune le disperazioni degli autori.
Mamma Lucia infatti ci ha raccolti tutti nelle nostre disperazioni e con Amore ci ha ristorato come una  mamma fa con il proprio figlio, ridonandoci la vita (per questa ragione da sempre la chiamiamo Mamma).
Mamma Lucia per tutto l’Amore che ci ha dato, in cambio ci ha chiesto solo: la quinta parte di un granello di sabbia di Fede.
Si proprio cosi, la quinta parte di un granello di sabbia di Fede. Tanto quanto basta alla nostra Mamma per ristorarci nel nome di DIO e aprire i nostri cuori ad amare il Padre Nostro che è nei Cieli. Perché se non siamo capace di credere nulla possiamo ricevere per Fede.
Se voi che ci leggete siete in buona fede non ascoltate coloro che diffamano il nome di Mamma Lucia definendola come colei che sta spolpando dei creduloni. Non cascate in questo tranello, perché altrimenti dimostrate che i veri creduloni non siamo noi figli di Mamma Lucia; ma siete voi. Io oggi sono ancora possessore del mio appartamento e di tutti i miei beni come lo ero prima di conoscere Mamma.
La nostra Mamma è un cero di umiltà che si sta consumando per Amore dell’Umanità. Io da trent’anni gli sono figlio e oggi la amo con tutto il cuore.
Ora vi racconto perché e come arrivai a Mamma.
In famiglia già conoscevano Mamma perché avevano partecipato ad alcuni pellegrinaggi. Io non ne volevo sapere assolutamente di Mamma Lucia perché avevo gli stessi pregiudizi di coloro che diffidano senza conoscere.
Una signora veniva spesso a casa mia per raccontarci di Mamma ed puntualmente quando lei entrava io uscivo lasciandola in compagnia di mia madre.
Passano alcuni anni, circa tre. E la mia salute mi ha dato un grosso dispiacere. Mi sentivo disturbato, mi girava la testa ed avevo sempre le gambe molli. Andai dal medico ed iniziai a fare gli accertamenti per scoprirne la causa. Dagli esami medici mi diagnosticano un tumore al fegato. Infatti le mie condizioni rapidamente erano peggiorate. Da giorni non facevo più pasti regolari per inappetenza e il mio peso calava di oltre mezzo chilo al giorno. Il medico di base mi prepara l’impegnativa per recarmi in un pronto soccorso per essere ricoverato d’urgenza.
Vado a trovare i miei genitori e gli spiego che le mie condizioni sono pessime e che il lunedì successivo sarei andato in ospedale per il ricovero. Mia madre nel suo dolore mi convinse di andare in pellegrinaggio da Mamma Lucia perché lei mi avrebbe potuto aiutare. Cosi chiamò quella signora che veniva a casa mia ed io puntualmente evitavo gli raccontò la situazione e la pregò se poteva trovarmi un posto per il pellegrinaggio del giorno dopo. Di solito occorrevano un paio di settimane di prenotazione per avere un posto sul pullman, però per gentile concessione mi fu liberato un posto e il giorno dopo partii. Quando salii sul pullman provai una sensazione strana un brivido mi percorreva il corpo dall’alto in basso come se stessi cambiando pelle. Passato quel momento mi addormentai. Mi resi conto che qualcosa era cambiato quando ci fermammo per una breve sosta, andai al bar e comprai due mega panini. Ritornando al pullman provai a spizzicare un po’ e meraviglia delle meraviglie dopo giorni di inappetenza, mangiai quei panini in un battibaleno. La mia vita era cambiata in quel brivido che ho avuto salendo sul pullman.
Quando ho incontrato Mamma è stata la cosa più naturale del mondo, come se la conoscessi da sempre. Nessun tormento pregiudiziale del passato ha tormentato la mia mente. Mi abbracciò e mi baciò cose se fosse tanto tempo che non ci vedevamo, come se fossi tornato da un lungo viaggio. Invece era la prima volta che la incontravo. Dopo i saluti mi disse: “e tu, Cosa vuoi?”. Gli raccontai il mio problema. Lei sempre sorridente rispose:”stai tranquillo non hai nulla, siccome hai il fegato ingrossato i medici con i loro macchinari non sono riusciti a vedere bene”. E io risposi: si Mamma però i valori del sangue sono molto compromessi e poi…. mi vogliono ricoverare. “Tu fai quello che vuoi” mi disse. Mi riabbracciò mi baciò e mi congedò.
Quando tornai a casa ero molto euforico perché partii che ero un morto che camminava ed ero tornato come se gli ultimi tre mesi della mia vita fossero stati un brutto sogno. A farmi tornare con i piedi per terra fu mia moglie che pur contentissima di tutto ciò che gli raccontai disse: “però lunedì andiamo in ospedale e ti fai ricoverare perché noi sappiamo pure quello che i medici ci dissero sulle tue condizioni”.
Tutte le mie resistenze furono vane. Il giorno dopo era lunedì ed armati di referti medici ci presentammo in ospedale. Quando i medici ospedalieri videro gli esami del sangue e l’ecografia si allarmarono. Parlando tra loro gli senti dire “ma se questi sono i valori di quindici giorni fa, chi sa come è conciato ora”.
Provate a immaginarvi il mio stato d’animo. Chiamarono un infermiere che mi fece un prelievo di sangue, poi dissero a mia moglie “signora le abbiamo fatto un prelievo per renderci conto della situazione a oggi, poi lo manderemo in reparto e programmiamo l’intervento. Però prima dobbiamo aspettare l’esito del prelievo”.
L’attesa fu lunghissima, io mi sentivo bene, però l’euforia del week-end era scemata. Mi sentivo un condannato a morte senza scampo. Passarono circa tre ore e il medico ci richiamò, rivolgendosi sempre a mia moglie disse: “allora signora, abbiamo fatto gli esami e a noi risulta che suo marito non ha nulla, perciò potete tornare tranquillamente a casa”. Mia moglie ha provato a chiedere spiegazione perché prima avevo un piede nella fosse e dopo ero sano come un pesce.
Ma il medico non seppe dare risposta.
Tornai da Mamma dopo tre mesi per ringraziarla portando con me mia moglie e la bambina. Quando Mamma mi vide ancor prima di abbracciarmi mi disse: “eh!!! Allora.. guagliò stai bene?”. Si grazie a Dio.
Non allego referti medici a questa testimonianza perché: a chi ha il cuore aperto non interessano e per chi il cuore lo ha chiuso non sono mai abbastanza tutte le prove del mondo.
Io ho ricevuto tante grazie da Dio attraverso le intercessione di Mamma Lucia che ho imparato a riconoscerle. Voi che state leggendo le testimonianze dei figli di Mamma sapreste riconoscere una Grazia?nel mio piccolo cerco di aiutarvi.
Leggendo queste testimonianze voi tutti state ricevendo una Grazia. Non per mano dei figli di Mamma che le scrivono, che nulla siamo senza il volere del Padre Nostro che è nei cieli. Ma per i meriti di Dio che vi tende la mano come l’ha tesa a noi facendoci incontrare la Nostra Mamma.
Queste testimonianze sono fonte di verità. Sono la voce di Dio che chiama a se i suoi figli. E se questa non è Grazia ditemi voi che cosa è?.
Pace a tutti.

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