Testimonianza di Antonio Raffaele Piras di Fiumicino (Roma)

Sono Antonio Raffaele Piras nato a Sindia (Nuoro) e residente a Fiumicino. Ora che sul Web è stato aperto il “Sito dei Figli di Mamma Lucia” ho accolto con grande emozione e compiacimento l’innovazione. -“Grazie Mamma di averci concesso lo strumento per poter divulgare su tutta la terra intera, le Tue Sante e Miracolose opere che ogni giorno concedi senza sosta all’umanità. Sei Tu che intercedi con il Dio Padre le richieste di Perdono, dando ai tuoi figli il nettare necessario per condurli alla Vita Eterna” Grazie Mamma! Grazie Mamma! Grazie Mamma! Era la mattina del 25 febbraio 1995 mi trovavo a casa mia intento a preparare il pranzo alle bambine, quando avvertii un forte dolore alla spalla sinistra, tanto forte da distogliermi da ciò che stavo facendo. Cercai di sdraiarmi sul letto, ma il dolore si faceva sempre più forte e il cuore batteva velocemente. Per volere del Signore, venne a salutarmi un parente, e gli dissi che non mi sentivo bene pregandolo di accompagnarmi al pronto soccorso di Fiumicino. Dopo una lunga attesa finalmente mi visitarono e nell’eseguire l’elettrocardiogramma si accorsero che il cuore stava cedendo. Giunto all’ospedale di Ostia Lido con l’ambulanza a sirene spiegate mi portarono nella sala del pronto soccorso e mentre il medico di servizio si accingeva a prendere i miei dati personali, io mi addormentai e feci un sogno: entravo in un enorme portone completamente spalancato, all’interno del quale c’era un atrio tutto ricoperto di foglie secche, una rampa di scala non molto alta e nel pianerottolo vidi una grande porta di colore bianco completamente chiusa. Affianco alla balaustra in mezzo alle foglie vi era una sedia di legno molto vecchia sulla quale mi sedetti per accingermi a slacciarmi le scarpe quando dal retro della porta bianca udii una possente Voce che diceva: “RIALLACIA LE SCARPE, NON SERVE PIU”. Nello stesso istante mi risvegliai chiedendo al medico di togliermi il tubo che mi avevano messo in bocca per respirare, e nell’orecchio mi sussurrava “CORAGGIO, HAI AVUTO UN ARRESTO CARDIACO” . Trascorsa la degenza di una diecina di giorni, attesi il primo colloquio per recarmi da Mamma Lucia, la quale appena mi vide disse: “VIENI FIGLIO MIO E’ TUTTO PASSATO NON HAI PIU’ NIENTE”. La mia vita è continuata, e Mamma Lucia continua e continuerà ad essere da me Venerata e Amata ogni istante del giorno e della notte, come l’unico grande DONO del Padre all’universo intero.

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