Testimonianza di Giuseppe Ciaramella di Matera

Ciò che mi accingo a raccontarvi è una storia ricca di emozioni e di quanto il Buon Dio, attraverso i Suoi Disegni, Opera per la Redenzione delle Anime .
Sono nato in una famiglia cristiana e sin da piccolo la mia custode mi ha allevato nel rispetto degli altri, nel Timore di Dio e nel dare agli altri ciò che avremmo desiderato per noi.
Ho conosciuto nel 1988 la famiglia della mia compagna, siamo uniti in matrimonio da circa 21 anni ed attraverso la sua famiglia, ho sentito parlare le prime volte di Mamma Lucia. Se ne parlava sempre con un Infinito Rispetto e Immensa Gratitudine.
Ricordo che periodicamente la mia compagna, con la sua famiglia, si recavano sul Gargano in pellegrinaggio per essere ricevuti dalla Mamma. Spinto da curiosità, ma oggi consapevole di essere stato chiamato, mi recai nel 1990 la prima volta in assoluto e giungendo in quel Luogo Santo mi resi conto di averLo sognato qualche notte passata. Fu una giornata bellissima, profondamente emozionante e cristianamente esaltante, poiché assistetti in prima persona alla moltiplicazione della pasta che, benevolmente Mamma Lucia, offriva a tutti noi pellegrini. In quella occasione, avendo la mia custode gravemente ammalata di cancro, presi coraggio nella speranza che Mamma Lucia, ascoltandomi avrebbe fatto sì che la malattia sarebbe svanita. Al rientro al paese natio, raccontando l’accaduto alla mia custode, ella immediatamente esclamo’: “io ci Credo e vorrei tanto andare da Lei per abbracciarLa”.
Il prosieguo fu che la mia custode successivamente venne a mancare, ed io, legato morbosamente alla sua persona, mi sentii smarrito.
Da quel momento non mi recai più in pellegrinaggio da Mamma Lucia; mi sposai con la mia compagna Anna Maria; ella periodicamente raggiungeva il Luogo pio, ma io non più poiché mi sentivo confuso.
Non mi sono mai opposto ai vari pellegrinaggi, pregavamo insieme ma dentro di me c’era ancora una forza che mi bloccava.
Nel 2000 Pietro, il custode della mia compagna, iniziò una serie di visite specialistiche per la sistemazione di una vena cranio-laterale sx che gli provocava forti mal di testa. Lo accompagnai in tutto il suo peregrinare sino all’incontro con il Prof. Troccoli (neurochirurgo) presso il Policlinico di Bari. Egli in seguito si sottopose ad intervento chirurgico attraverso la vena femorale per la ricostruzione di questa vena al cranio. L’intervento riuscì in modo eccellente e dopo qualche settimana arrivò il momento della dimissione ospedaliera. La mia compagna e sua sorella si recarono a Bari per riportarlo a casa mentre io ero impegnato per lavoro. Intorno alle 14.00, in seguito ad una telefonata, mi fu comunicato che qualcosa era accaduto e mi si invitava a raggiungere il Policlinico.
Giunto sul luogo, dopo un bel po, vidi arrivare una barella sulla quale giaceva mio suocero completamente immobile. Fui avvicinato dal Prof. Troccoli il quale mi esortava a provvedere per una sedia per invalidi poiché mio suocero aveva subito una paralisi al 100%. All’ascolto di tutto ciò, la mia reazione fu di disperazione. In quel preciso momento sentii una forza interiore che mi portò ad Invocare fortemente “Mamma Lucia”. Mia suocera completamente distrutta, su nostra insistenza, fu ospitata da una sua carissima amica d’infanzia, mentre il sottoscritto decise di restare in compagnia di mio suocero Pietro.
La mia presenza era inutile in quanto era paralizzato e poiché non aveva possibilità di movimento, gli era stato inserito un catetere rigido alla gamba sx dopo l’ulteriore intervento chirurgico effettuato dopo il malore.
La camera era occupata da un giovane, il quale nelle ore successive mi raccontò quanto mio suocero si era prodigato per gli altri ammalati in nostra assenza, senza tener conto del difficile intervento a cui era stato sottoposto.
Alla sommità del suo letto, aveva l’immagine di Mamma Lucia.
Intorno alle 2.00 del mattino, iniziò a lamentarsi pronunciando continuamente la parola Mamma!Mamma! L’altro ammalato mi disse: “sta morendo”.Avvicinandomi, notai che piangeva e continuava a chiamare: Mamma, poi ad un tratto con il braccio sinistro tentò di toccare l’Immagine di Mamma Lucia, a quel punto le gambe cominciarono a fare su e giù come fanno gli atleti. Io presto mi lanciai su di lui per bloccarlo, ricordando la storia del catetere. Sfinito, dopo un po si calmò.
Intorno alle 5:00 del mattino, sopraggiunse mia suocera alla quale raccontai l’accaduto. Qualche minuto dopo, arrivò il Prof. Troccoli e con aria disinvolta profferì le seguenti parole: allora Sig. Demuro come andiamo? A quel punto egli tirò fuori la mano destra per salutarlo. Il Professore scappò via ed andò a chiamare gli altri medici i quali accorsero di tutta fretta. Controllarono che vi era risposta fisica allo sfregamento ai piedi, risposta positiva alla deambulazione ossea ed altro.
Il Prof. Troccoli a questo punto mi disse: Noi medici non c’entriamo nulla, la medicina non c’entra, altro è accaduto, Io sono disposto ovunque vogliate a testimoniare l’accaduto!
La mia reazione fu allora di forte rammarico per me stesso e di gioia per mio suocero Pietro.
Avevo avuto risposta, nel cercarla, ero l’unica persona ad aver assistito all’evento Miracoloso e nel contempo il Miracolo più grande avveniva dentro di me.
Mi inginocchiai chiedendo Perdono e a tutt’oggi lo faccio ancora per aver dubitato. Mi sento come la persona più ingrata della terra che il Buon Dio, attraverso “Mamma Lucia” ha voluto estendere la Sua Immensa Benevolenza e ricondurlo sulla retta Via.
In conclusione posso solo affermare che “come Lazzaro è stato Risuscitato, così mio suocero è stato riportato dalla morte alla VITA!”

Allego certificati medici:
uPietro De Muro All1 (1)uPietro De Muro All1 (2)uPietro De Muro All1 (3)

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